Bruciore di stomaco o dolore? Il trucco per capire subito se è gastrite o reflusso

Bruciore e dolore di stomaco sono sintomi che possono confondere anche i più attenti osservatori delle proprie condizioni di salute. La distinzione tra gastrite e reflusso gastroesofageo è fondamentale per poter adottare i rimedi giusti ed evitare complicazioni. Spesso, questi due disturbi condividono manifestazioni simili, ma presentano peculiarità che, se attentamente osservate, permettono una rapida identificazione.

Comprendere la natura e l’origine dei sintomi

Quando si parla di bruciore di stomaco, il primo passo è analizzare la localizzazione del fastidio. Nel caso del reflusso gastroesofageo, il sintomo cardine è la pirosi retrosternale, cioè una sensazione di bruciore localizzata dietro lo sterno che può irradiarsi verso la zona tra le scapole, il collo e, in casi rari, fin sopra le orecchie. Questo bruciore è spesso accompagnato da rigurgito acido: si avverte la risalita di liquidi amari o acidi fino alla gola o alla bocca. In alcune persone si aggiungono mal di gola, raucedine, tosse secca, e una spiacevole sensazione di nodo alla gola che rende difficile la deglutizione.

La gastrite, invece, si manifesta principalmente come dolore o bruciore nella parte superiore dell’addome, talvolta accompagnato da sensazione di pesantezza, gonfiore e difficoltà digestive. Il dolore può essere sordo o pungente e si accentua dopo i pasti, specialmente se abbondanti o ricchi di spezie, alcol, caffè o alimenti grassi. Spesso, la gastrite nasce da uno stato di infiammazione della mucosa gastrica, dovuto a fattori come stress, farmaci antinfiammatori, abuso di alcol o infezioni (tipicamente da Helicobacter pylori).

Il trucco per capire subito la differenza

Il metodo più rapido per distinguere tra gastrite e reflusso consiste nell’osservare alcuni elementi chiave dei sintomi:

  • se è principalmente retrosternale, con sensazione che si sposta verso l’alto e talvolta arriva alla gola o bocca, è più probabile che si tratti di reflusso gastroesofageo. Se il dolore è più localizzato nella parte superiore dell’addome, sotto lo sterno, e avvertito come un senso di peso, si propende per la gastrite.
  • Presenza di rigurgito: la percezione di liquido amaro/acido che sale dalla pancia verso la bocca è un segno tipico del reflusso.
  • Si accentua dopo i pasti abbondanti o in posizione sdraiata: i sintomi del reflusso peggiorano stando distesi, specialmente di notte, e piegandosi in avanti.
  • Gonfiore e pesantezza dopo i pasti: si tratta di segnali più tipici della gastrite, specialmente se associati a nausea e digestione difficoltosa.
  • sintomi come tosse secca, abbassamento della voce o dolore alla deglutizione orientano più verso il reflusso, che può coinvolgere anche le vie respiratorie superiori.
  • Altri sintomi da considerare

    Per un riconoscimento immediato è utile sapere che gastrite e reflusso possono coesistere. Talvolta, la gastrite alimenta il reflusso, soprattutto quando l’infiammazione incrementa la produzione di acido gastrico, favorendo il passaggio dei succhi gastrici verso l’esofago.

    Altri sintomi che possono far pendere la bilancia verso il reflusso sono:

  • Eruttazioni frequenti e singhiozzo, spesso causate dal passaggio del materiale dallo stomaco all’esofago.
  • Nodo alla gola e difficoltà di deglutizione, manifestazioni che possono comparire nei casi più avanzati di reflusso.
  • Respiro sibilante: talvolta, il reflusso esercita effetti persino sulle vie respiratorie, causando tosse e respiro sibilante soprattutto notturno.
  • Nausea e mal di stomaco persistenti, che possono accompagnarsi a perdita d’appetito e, nei casi più gravi di gastrite, anche a vomito.
  • Diagnosi: il ruolo degli esami specialistici

    Quando i sintomi permangono per più giorni o si accentuano, è necessario rivolgersi al medico. La diagnosi differenziale tra gastrite e reflusso si basa su una visita gastroenterologica e sull’anamnesi dettagliata dei sintomi. Nel caso del reflusso, la presenza di bruciore retrosternale e rigurgito acido sono spesso sufficienti per una diagnosi clinica. In altri casi si ricorre a esami come la gastroscopia (esplorazione visiva del tratto esofageo e gastrico), la manometria esofagea e la pH-metria delle 24 ore, che rileva la quantità di materiale refluito nell’esofago.

    Per la gastrite, la gastroscopia consente di valutare direttamente lo stato infiammatorio della mucosa gastrica e di rilevare eventuali erosioni o ulcere. La diagnosi può essere confermata anche dall’analisi di campioni bioptici prelevati durante l’esame.

    L’importanza della prevenzione e dei rimedi

    Distinguere tra gastrite e reflusso è cruciale per poter introdurre le giuste strategie di prevenzione. Modificare la dieta, riducendo assunzione di cibi grassi, piccanti, alcol e caffeina, è sempre consigliato. Occorre anche adottare abitudini alimentari salutari come mangiare porzioni moderate, evitare di coricarsi subito dopo i pasti e mantenere un peso corporeo adeguato. Nei casi di gastrite, può essere utile evitare i farmaci gastrolesivi (FANS, cortisonici), mentre per il reflusso si raccomanda di elevare il capo del letto e privilegiare piccoli pasti frequenti.

    Talvolta, per entrambe le condizioni, vengono prescritti farmaci specifici che riducono l’acidità gastrica o proteggono la mucosa. Nei casi più resistenti, si valuta la presenza di complicanze e si agisce in modo mirato.

    In conclusione, osservare attentamente i propri sintomi—focalizzando su localizzazione, tipologia e situazione in cui si manifestano—consente di identificare rapidamente se si soffre di gastrite o di reflusso gastroesofageo, facilitando una gestione efficace e mirata.

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